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STATO CHE PERDE, PAGA



Per la prima volta, si tenta di inserire in Italia il principio di soccombenza nel processo penale.

La proposta, frutto di emendamento del deputato Enrico Costa fatto proprio dal Ministro Bonafede, è stata approvata all’unanimità dalla commissione bilancio della Camera nell’ambito dell’iter sulla L. di bilancio.

L’emendamento, in particolare, prevede l’inserimento di un nuovo articolo nel codice penale, il 177bis, intitolato "Rimborso spese legali per gli imputati con sentenza penale divenuta irrevocabile" ed avente il seguente contenuto: "Nel processo penale, all'imputato assolto con sentenza divenuta irrevocabile perché il fatto non sussiste, perché non ha commesso il fatto, perché il fatto non costituisce reato o non è previsto dalla legge come reato, è riconosciuto un rimborso delle spese legali nel limite massimo di importo pari a 10.500 euro".

La proposta prevede anche l’istituzione di apposita posta in bilancio di 8 milioni di euro all'anno.

Il rimborso è previsto, quindi, solo in caso di assoluzione piena e definitiva, mentre non spetta se l'imputato viene condannato anche solo per un capo d’imputazione o se l'assoluzione deriva da "estinzione del reato per avvenuta amnistia o prescrizione" o per sopravvenuta "depenalizzazione". 

Tecnicamente, è previsto che il rimborso avverrà "in tre quote annuali di pari importo", a partire dall'anno successivo "a quello in cui la sentenza è divenuta irrevocabile", e non rientrerà ovviamente nel computo del reddito. L'ex imputato assolto dovrà presentare la fatturava del difensore, "con espressa indicazione della causale e dell'avvenuto pagamento", un parere di congruità del Consiglio dell'ordine degli avvocati, nonché l'attestazione della cancelleria dell'irrevocabilità della sentenza di assoluzione. 

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